Cos’è il disagio

  Cos’è il disagio scolastico   Il disagio scolastico è un fenomeno complesso legato sì alla scuola, come luogo di insorgenza e/o di mantenimento, ma anche a variabili personali e sociali, come le caratteristiche psicologiche e caratteriali da una parte e il contesto familiare/culturale e dall’altra.

Data:
20 Giugno 2011

 

Cos’è il disagio scolastico

 

Il disagio scolastico è un fenomeno complesso legato sì alla scuola, come luogo di insorgenza e/o di mantenimento, ma anche a variabili personali e sociali, come le caratteristiche psicologiche e caratteriali da una parte e il contesto familiare/culturale e dall’altra. Viene ad essere determinato dall’interazione di più fattori sia individuali che ambientali e si esprime in una grande varietà di situazioni problematiche che espongono lo studente al rischio di insuccesso e di disaffezione alla scuola.
Questo suo carattere composito e multifattoriale, la varietà interna del problema, le sfumature sociologiche e psicologiche che lo connotano, la necessità di leggerlo in un’ottica sistemica oltre che collegata ad una visione d’insieme del singolo ragazzo, sono tutti questi aspetti che rendono difficile arrivare ad una definizione univoca e statica del disagio in generale e del disagio scolastico in particolare, tanto che sarebbe più opportuno parlare di disagi, data anche la vasta gamma di espressioni attraverso le quali si può manifestare e di significati che vengono ad assumere.

Una ricerca promossa nel 2006/07 dall’Ufficio del Pubblico Tutore dei minori del Veneto, con la collaborazione dell’Ufficio scolastico Regionale, della Direzione regionale per i servizi sociali e con il contributo del Centro Interdipartimentale di ricerca e servizi sui diritti della persona e dei popoli dell’Università di Padova, ha prodotto una descrizione delle possibili manifestazioni del disagio scolastico, che ne comprende 5 tipologie. Esse sono state descritte in una pubblicazione della Regione Veneto dal titolo: “Orientamenti per la comunicazione tra scuola e servizi sociali e sociosanitari per la protezione e tutela dei diritti dei bambini e dei ragazzi nel contesto scolastico – Materiali per la discussione”.
Le 5 tipologie di disagio individuate dal gruppo di lavoro e descritte nel testo sono:

– CONFLITTI – AGGRESSIVITA’ “BULLISMO” – SCARSA DISCIPLINA
– SOSPETTI DI TRASCURATEZZA O DI REATI CONTRO IL MINORE
– CONDIZIONI FAMILIARI CARENTI
– DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO – “FRAGILITA’” DELL’ALUNNO
– BAMBINO/RAGAZZO STRANIERO DI RECENTE ARRIVO

Esse possono configurare situazioni di RISCHIO o di PREGIUDIZIO per il bambino o l’adolescente.
Secondo le Linee Guida 2008 per i servizi sociali e sociosanitari del Veneto, “con il termine ‘pregiudizio’ si intende una condizione di particolare e grave disagio e/o disadattamento che può sfociare (rischio di pregiudizio) o è già sfociata (pregiudizio) in un danno effettivo per la salute psico-fisica del minore. Tale condizione, obiettiva e non transitoria, non assicura al bambino o al ragazzo i presupposti necessari per un idoneo sviluppo psico-evolutivo e un’idonea crescita fisica, affettiva, intellettuale e mentale. Possono costituire situazione di pregiudizio la grave trascuratezza, lo stato di abbandono, il maltrattamento fisico, psicologico o sessuale ad opera di un familiare o di altri soggetti, la grave e persistente conflittualità tra i coniugi”. Quando si riscontra che in una data situazione i fattori effettivi di pericolo prevalgono su quelli di sicurezza, in particolare quando la famiglia del minore appare in difficoltà, i servizi possono attuare interventi di protezione.
L’importante ruolo di un insegnante può consistere nel cogliere precocemente (quindi prima che si realizzi un “pregiudizio”) i segnali di rischio, condividerli con i colleghi e gli altri operatori della scuola e comunicarli a chi professionalmente opera nel campo della protezione e cura dei minori per progettare insieme in quale modo aiutare il bambino e/o il ragazzo interessato.
Secondo gli accordi presi e recepiti nei Piani di Zona dell’ULSS 1 e dell’ULSS 2 il ruolo di faccolta e filtro delle segnalazioni provenienti dalla Scuola viene svolto per tutta la rovincia dallo Sportello di ascolto dell’ufficio Scolastico Territoriale di belluno, secondo procedure concordate e condivise dalle Scuole.
Le azioni messe in atto a livello provinciale dall’UST di Belluno, dai Servizi Sociali delle ULSS e dalle istituzioni scolastiche, acquisiscono particolare rilevanza se riescono a contribuire a garantire a tutti i bambini e ragazzi quel successo formativo che può renderli cittadini partecipi ed attivi, in grado di offrire il proprio contributo nella società che frequenteranno.
Certamente la scuola da sola non ha forza e strumenti per occuparsi e pre-occuparsi in toto delle manifestazioni di disagio, per questo i processi attivati devono coinvolgere più soggetti: i servizi delle ULSS, l’intero consiglio di classe, possibilmente le famiglie, per raggiungere una presa in carico di rete, che offra migliori garanzie di “tenuta” del supporto offerto al ragazzo nel momento in cui inevitabilmente le difficoltà e la stanchezza degli operatori coinvolti inneschino meccanismi di disimpegno e rassegnazione.

 

 

Ultimo aggiornamento

20 Giugno 2011, 08:40